In una sessione urgente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha trattato oggi gli sviluppi più recenti in Siria. La Svizzera ha espresso preoccupazione a New York per le ostilità nella provincia di Idlib e nella città di Aleppo. «Ulteriore escalation potrebbe avere gravi conseguenze sulla pace e sulla sicurezza nel paese e nell'intera regione. Deve essere fermata immediatamente», ha sottolineato la Svizzera al Consiglio di Sicurezza. Ha condannato l'offensiva dei gruppi armati e gli attacchi di ritorsione del governo siriano, che hanno causato la morte di numerosi civili. In questo contesto, la Svizzera ha invitato tutte le parti a rispettare i propri impegni ai sensi del diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario.
Dopo 14 anni di conflitto, oltre 16 milioni di persone in Siria dipendono dagli aiuti umanitari. La Svizzera è allarmata dai rapporti secondo cui le recenti ostilità mettono a rischio la consegna di aiuti umanitari nel nord e nel nord-ovest della Siria. La rapida, sicura e senza ostacoli consegna degli aiuti è un obbligo per tutte le parti ai sensi del diritto internazionale umanitario. Per questo motivo è fondamentale che l'assistenza umanitaria transfrontaliera in Siria possa continuare ad essere mantenuta. Inoltre, la Svizzera ha ricordato che la sicurezza del personale umanitario e delle Nazioni Unite deve essere garantita dalle parti in conflitto, come richiesto dalla risoluzione 2730 del Consiglio di Sicurezza.
L'intensificazione delle ostilità è una conseguenza del vuoto politico e dell'assenza di un processo politico in Siria. A New York, la Svizzera ha esortato tutte le parti in conflitto a riprendere il dialogo e ad impegnarsi per un processo di pace credibile. «Solo una soluzione politica può porre fine a questo terribile conflitto», ha sottolineato la Svizzera al Consiglio e ha dichiarato la sua disponibilità a supportare ulteriori iniziative e a facilitare, come Stato ospitante, i colloqui di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite a Ginevra.