Il 18 novembre, il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a un briefing del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Ucraina, organizzato dal Regno Unito. A nome della Svizzera, il Ministro degli Esteri elvetico ha espresso profonda preoccupazione per i massicci attacchi alle infrastrutture energetiche degli ultimi giorni. Questi rappresentano un grande pericolo per la popolazione civile ucraina con l'avvicinarsi dell'inverno. Alla luce delle sofferenze umane causate dal proseguimento della guerra contro l'Ucraina in violazione del diritto internazionale, il capo del DFAE ha inoltre ribadito a New York il suo appello al rispetto del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario.

Gli ultimi sviluppi sul campo dimostrano quanto sia preoccupante la situazione: con le notizie di un sostegno militare straniero alla Russia - comprese le truppe dispiegate dalla Repubblica Democratica di Corea - il conflitto si sta allargando sempre di più. A ciò si aggiunge la destabilizzazione della sicurezza alimentare e delle forniture energetiche, nonché la minaccia nucleare e i relativi rischi per la sicurezza.

«Dopo 1000 giorni di guerra, le armi devono tacere! È tempo di trovare una soluzione diplomatica», ha dichiarato il consigliere federale Cassis al Consiglio di Sicurezza, invitando la Russia a porre fine all'aggressione militare contro l'Ucraina. Ma costruire la pace richiede coraggio e un impegno comune: portare avanti la via diplomatica, coinvolgere tutte le parti nel dialogo, compresa la Russia, chiedere maggiore umanità e garantire così il rispetto della Carta delle Nazioni Unite e delle Convenzioni di Ginevra.

Nel giugno 2024, su iniziativa della Svizzera, la conferenza di pace in Ucraina al Bürgenstock è stata l'occasione per discutere per la prima volta di pace ai massimi livelli. La Svizzera è pronta a continuare ad assumersi le proprie responsabilità nel quadro delle iniziative di dialogo e mediazione volte a promuovere la pace in Ucraina, iniziative che si basano sul diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite.